Pd: il blog di Marianna

marzo 31, 2008

Marianna Madia, la capolista alla Camera nel Lazio per il Pd alle elezioni di aprile 2008, è nata nel 1980 

E’ li che ti guarda e sorride, con i capelli sapientemente spettinati, pur essendo capolista da un pezzo Marianna ha aspettato le ultime tre settimane per aprirsi, o meglio farsi aprire (dubito che ne abbia le capacità) un blog e comunicare con i giovani; mi fa specie che la fanciulla abbia aspettato tanto per creare un canale di comunicazione con il “suo” elettorato: i giovani, mi chiedo: “perché non l’ha fatto prima, considerando che appena apre bocca non ne infila una? Trovo subito la risposta: quando una è capolista che “je frega”; poltrona, stipendio, annessi e connessi sono praticamente già in tasca … basta il gesto!

Ma torniamo al blog: verdolino, pare quello della Lega, solo …. slavato, ma è comprensibile: il Pd non è di sinistra, non è di destra, non è troppo molle, ma neppure troppo duro come i leghisti, non ha idee, ma tanta gente da sistemare: come la DC dei tempi d’oro, una insulsa brodaglia che – nelle celate intenzioni – vorrebbe fagocitare tutto, magari regalandoci altro mezzo secolo di letargo.

Nel blog alcune foto (piuttosto scadenti), qualche riproduzione di manifesto e degli slogan neppure troppo originali, il filmato della sua conferenza stampa (che si riesce a seguire per circa un minuto e mezzo), l’agenda della sua “estenuante” attività elettorale attraverso bar, cinematografi, teatri e gazebo … un paio di articoletti, un’intervista …

La presentazione recita: “Sono stata scelta io. Non me lo sarei mai immaginato né penso di averlo particolarmente meritato”, dai Marianna: figlia di Stefano Madia, attore prestato alla politica, consigliere comunale a Roma. Morto nel 2004, amico di Veltroni; nipote dell’Avvocato Titta Madia (quello di Mastella); ex del figlio di Giorgio Napolitano; un lavoro alla Presidenza del Consiglio, con un contratto di consulenza, sembra pure un lavoro anche alla segreteria di Enrico Letta … mica ci vuole tanta immaginazione a trovarsi candidati.

Il pezzo forte del blog è la biografia di questo “fenomeno della politica”: cita la laurea, il lavoro di ricercatrice all’Arel (non precisa che non era ancora laureata e che il posto le è stato assegnato grazie all’interessamento di Enrico Letta) fondato da Andreatta (toh il maestro del Professore), una partecipazione nella segreteria tecnica del del Professore e una collaborazione per un testo edito dal Mulino (in cui il Professore ha avuto ed ha un “peso” non indifferente), fino al suo sbarco in Rai (omette di citare il suo “maestro di vita e di pensiero” Gianni Minoli, che l’ha aiutata in questa circostanza)! Brava, ma tutto da sola?

Troverete un paio di commentini e sinceramente me ne aspettavo di più, considerando che il blog di Marianna dovrebbe esere un luogo di discussione. Qui invece i commentini sono di congratulazioni e di incoraggiamento, probabilmente scritti da qualche amico.

E’ tutto qui: ora vedremo se e quanto durerà; per esperienza sappiamo quale fine fanno iniziative di questo genere, una volta che i candidati vengono eletti … e Marianna lo sarà, non dica però che non si  immaginava neppure questo, la candidata capolista nel collegio di Lazio 1.

Hurricane 53


Democrazia addio: le Camere agli automi (o ai burattini, fate voi …)

marzo 28, 2008

 

Dice: in giro non si respira poi questo grande entusiasmo per le elezioni imminenti. E ti credo. Stiamo per mandare a Roma mille persone scelte dalle segreterie dei partiti, anziché da noi, in base a due soli criteri: l’obbedienza ai capi e l’impossibilità di far loro ombra. La mancanza di personalità, requisito essenziale per chi voglia fare carriera nelle oligarchie italiane, si intona alla campagna elettorale dei candidati, inesistente, e al lavoro che gli eletti andranno a svolgere in Parlamento: pigiare dei tasti a comando, senza neanche potersi togliere lo sfizio di disobbedire ai propri burattinai, pena l’esclusione dalla prossima giostra.

È questo scadimento avvilente della funzione parlamentare, più ancora dello stipendio e dei benefit, che dovrebbe indignare i cittadini. Se il 13 aprile, invece che degli esseri umani, trovassimo sulla scheda le lettere dell’alfabeto, sarebbe lo stesso. E se in Parlamento sedessero mille automi, sarebbe anche meglio, perché i robot non hanno bisogno di scroccare voli aerei e pranzi alla buvette. Quanto a noi, il nostro status di condòmini della democrazia si riduce a mettere una croce accanto al cognome del leader orecchiato alla tv e delegargli per alcuni anni la nostra impotenza, che diventerà ben presto la sua. Perché, per uno di quei paradossi di cui l’Italia è capace, appena il capo onnisciente e vittorioso si siederà nella stanza dei bottoni e comincerà a premerli tutti, scoprirà che sono collegati al nulla. 

Massimo Gramellini


Veltroni caccia gli immigrati dalle liste; Berlusconi e Fini …

marzo 9, 2008

Macché Obama: è solo fuffa. Alla prova dei fatti Walter Veltroni ha dato un calcio nel deretano ai parlamentari immigrati che pure erano già eletti nelle sue liste e -senza neanche telefonargli- li ha lasciati a casa. Clamoroso il caso di Khaled Fouad Allam, mio carissimo amico, algerino, notista di Repubblica, professore universitario a Trieste. Il suo progetto, il suo lavoro parlamentare era fondamentale: costruire con pazienza un Islam italiano, favorire la crescita di una scuola di formazione per Imam che bloccasse il furore estremista che infiamma le nostre moschee (156 sono quelle sospette, dicono i servizi segreti oggi).

Per due anni Khaled ha lavorato a questo progetto in tutte le sedi istituzionali, in stretto raccordo con Giuliano Amato. Era ovvio che Veltroni lo facesse continuare, o almeno che lo sostituisse -se proprio voleva- con altri che sviluppassero la stessa iniziativa. Invece niente: messi in lista portavoce e ragazzine che teorizzano la propria inseperienza politica come dote, il nostro Obama de Torpignattara non si è neanche degnato di far telefonare a Khaled per scusarsi dell’esclusione.

A riprova che la sinistra è conservatrice e il centrodestra innovatore, nelle stesse ore, intanto, Berlusconi e Fini offrivano la candidatura a Souad Sbai, una coraggiosa e simpaticcissima signora -anche lei mia cara amica- che organizza un fodamentale circolo Averroè a Roma (sede di un Islam razionale e moderno) ed è addirittura la presidentessa -donna!- di tutte le organizzazioni degli immigrati marocchini in Italia.

Candidatura esemplare, perfetta, indice di una comprensione immediata della rilevanza del tema. Da restare sbalorditi per la iattanza demente di Veltroni

Carlo Panella